sabato 26 gennaio 2008

Poco tempo per progettare cambiamenti......

Ho spesso riscontrato che nelle Scuole Medie il tempo che gli insegnanti dedicano per discutere degli alunni è troppo poco; insufficiente per affrontare le strategie educative e didattiche necessarie per la gestione dei gruppi classe. Classi composte da preadolescenti e adolescenti, nel pieno della vitalità della loro crescita.

In tante Scuole Medie al consiglio di classe viene dedicata 1 ora al mese, a volte anche meno. Di quanti argomenti è possibile discutere in un' ora in modo coordinato ed efficace? Considerato che ogni classe ha una media di 18/20 alunni?

Al più qualche altra occasione di parlare la si ritaglia nei corridoi e durante i cambi orari. E che dire delle presenze dei rappresentanti dei genitori? Che margini hanno realmente?

In molti team insegnanti elementari, 8 ore al mese vengono destinate alle programmazioni. Salvo particolari situazioni questo è un tempo sufficiente per organizzare, programmare e coordinare l'attività didattico/educativa generale. E la differenza si vede.

Immaginiamo in classe qualche alunno del libro "La classe fa la ola mentre spiego", dove vengono riportate vere note disciplinari scritte sui registri della nostra scuola media:


* L'alunno L., assente dall'aula dalle ore 12.03, rientra in classe alle ore 12.57 con un nuovo taglio di capelli.

* Un alunno non meglio identificato giunge in classe vestito da clown e dopo aver urlato: "Ciao bambini!!", esce dalla finestra.

* L'alunno F., dopo aver divelto un banco, si autoproclama Uomo Roccia. Poi, con tono irriguardoso, minaccia di trasformarmi nella Donna Invisibile qualora lo dovessi interrogare. Urge colloquio con i genitori.

* M. durante l’intervallo e davanti a numerosi presenti ha volgarmente insultato con termini irripetibili la bidella, rea di aver pulito il suo banco cancellando tutti gli appunti da utilizzare per il compito in classe della terza ora.

* L’alunna J. indossa francobolli al posto dei vestiti. I compagni sono distratti.


* Il sottoscritto professor M. si mette una nota sul registro da solo, perché non è in grado di tenere con ordine e serietà la classe.

* Si segnala la mancanza del crocefisso, occultato dalla classe. Al suo posto c’è un cartello recante le parole «Torno subito».


Per affrontare strategicamente tali situazioni, un 'ora al mese, credo sia veramente poco. E queste "simpatiche" note disciplinari ne sono un chiaro esempio.




E tu cosa ne pensi?

sabato 12 gennaio 2008

E' giusto utilizzare streghe e lupi per convincere i bambini?

Oggi vorrei prendere spunto da una domanda comparsa nel forum di Genitori On Line e nel quale ho espresso la mia opinione in merito.

Diverse paure sono già presenti nei bambini. E sono tante, in base all'età e variano da bambino a bambino:

Dal 1° al 3° anno di vita:

- del vasino
- dell'abbandono
- del buio
- del potere "magico" del loro pensiero
- di sparire o essere annientati
- del sonno
- degli animali
- degli elettrodomestici

Dal 3° al 6° anno di vita:

- dell'abbandono
- degli animali
- del buio e dell'ignoto
- legate alla sessualità
- della morte
- legate all'immaginazione

etc., etc.

Non credo che lupi mannari, streghe, uomini neri, mamme del sole e via dicendo debbano essere aggiunti al già ricco repertorio che madre natura ci ha dato dalla nascita; e non credo che tali richiami siano strumenti che un genitore debba avere nella sua cassetta degli attrezzi di educatore.
Certo, magari si ottiene ciò che si vuole ma a quale prezzo?



PS: comunque se anche ciò fosse capitato ricordiamoci che guardare al passato serve solo per il tanto necessario: nessuno ci ha mai detto o insegnato come fare in certe situazioni "critiche". Salvo l'aver interiorizzato lo stile educativo di genitori ed educatori che hanno influenzato la nostra crescita.

Decidete di non utilizzare più questa strategia (?) cercando di adottarne altre. So che non è semplice soprattutto quando si è stanchi o si hanno un sacco di pensieri per la testa.

In educazione, di queste situazioni ve ne sono una miriade e ogni bambino, proprio perchè diverso, ne "inventa" sempre di nuove. In famiglia e a scuola.

Io vivo in Sardegna e da noi per spaventare i bambini (ogni cultura ha la sua sadica e antica tradizione) si nominava spesso, tra gli altri vari spauracchi, il "momoti": un omino tutto nero che nella semioscurità sbucava, immaginate da dove? Dagli armadi delle camere da letto. "Brrrr che paura!!"

Molti adulti non riescono a dormire se non hanno le ante degli armadi chiuse. Chissà, magari anche a loro, da piccoli, hanno parlato di un "momoti". n


Post di Genitori On Line




E tu cosa ne pensi?