venerdì 27 giugno 2008

Gemellarità e dintorni

Ho ricevuto da Sabrina Schots di Gemelli in famiglia, un'interessante riflessione sulla gemellarità e sulla speranza principale di ciascun genitore ed educatore e cioè che "un giorno (i figli) possano mettere insieme........", e che qui pubblico:

"La gravidanza gemellare è un momento magico: parenti, amici e conoscenti sono lì a preoccuparsi della tua salute, si premurano di non farti stancare, vigilano sulla tua alimentazione, vanno a procurarsi la rarissima Mela Azzurra delle Ande direttamente dagli ultimi Toltechi che resistono ancora e sempre all’invasore, come gli abitanti del piccolo villaggio gallico di Asterix. Ma la gravidanza gemellare è diversa da quella singola. Ergo, una mamma gemellare (da non confondere con una bi-mamma qualunque) è diversa da una mamma singola.

Spesso i due mondi sono in silenziosa antitesi e una chiacchierata sulle quisquilie dell’allevare figli diventa presto una colta discettazione sui massimi sistemi. In generale la mamma gemellare ha la meglio, non perché sia più intelligente ma perché nei momenti topici tira fuori termini tipo monoamniotica, bicoriale, feto-fetale, vanishing twin, o magari hatching, progesterone ed eparina, e tanto basta usualmente a stendere l’avversaria.

Poi, una volta nati, la battaglia si fa ancora più aspra: “Ma sono identici! Come fa a distinguerli?” “Non li distinguo, vado a casaccio!”, “Due gemelli? Doppia fatica, non vorrei essere nei suoi panni!” “Non creda, io li nutro e li cambio a giorni alterni, ne tiro su due al prezzo di uno!” e via di questo passo.

Ma la sfida più dura è crescerli, perché tirare su due gemelli, si sa, è difficile il doppio.

Quello che vorremmo è che, al di là dei grazie e dei per piacere che da piccoli ci dicono sorridendo, al di là dei “vaffaeccetera” che da adolescenti ci urleranno in faccia, un giorno possano mettere insieme tutti questi fili, anche i più sbiaditi e contorti, e scoprire una trama dal disegno armonioso."


Sabrina Schots - www.gemellinfamiglia.it "

giovedì 5 giugno 2008

I ladri di bambini

Quando un bambino subisce una violenza sto male. Sempre. Che sia bianco, nero, rom, indiano, cinese.

Ogni tanto mi capita di ripensare ai due bambini di Basiglio vicino alla Milano del Nord. La piccola di 9 anni ed il fratello di 13. Strappati dalla loro famiglia per alcuni mesi e inseriti in due diverse comunità per minori. Il sospetto che il grande avesse abusato sessualmente della piccola. Tutto ha avuto origine da un disegno nel quale una bambina ed un bambino compivano un atto sessuale e su cui vi era scritto «Giorgia fa sesso con suo fratello per 10 euro». Disegno, in realtà, fatto da una compagna di Giorgia. Tutto falso.

Tutto vero e drammaticamente reale invece, l'incubo in cui questa famiglia è precipitata da un giorno all'altro.

Per comprendere meglio il quadro, se si hanno figli, un buon esercizio è farsi questa domanda: "Se fosse capitato a me e alla mia famiglia, cosa avrei fatto?". La risposta è nulla. O meglio, ne più e ne meno di ciò che la famiglia di Basiglio a fatto. Forse meno.

La famiglia "povera" nel paese dei "ricchi" (Basiglio è il comune più ricco d'Italia), una bimba con un lieve ritardo, qualche pregiudizio, ed il danno, forse irreversibile, è fatto. Perchè di danno grave sulla vita dei due bambini si tratta. Di chi è la responsabilità di questa vergogna? In che modo è possibile riscattare oltre due mesi di sofferenze dei bambini ed dei loro genitori?

La piccolina di nove anni portata via dai suoi genitori, dalla sua casa, dai suoi giochi, da suo fratello, dalla sua scuola, dai suoi compagni, dal suo quartiere, e senza (suppongo in modo molto professionale) neanche tante spiegazioni da parte delle assistenti sociali incaricate; anche per non "condizionare, inquinare, lo scenario del reato".

"Stia tranquilla e non faccia scene, prepari le cose dei suoi bambini e ce li consegni". Questo hanno detto alla madre le assistenti sociali. Sareste stati tranquilli voi?

Entrambi i bambini, a cui hanno certamente insegnato l'importanza di dire sempre la verità, non sono stati creduti. Eppure sin dall'inizio la verità l'avevano detta, forse urlata. Ma i grandi non li hanno comunque creduti.

La madre ed il padre, su cui ha pesato per giorni e giorni, un'accusa inespressa e velata: "E voi dove eravate?", "Siete proprio sicuri di non sapere nulla di questa faccenda?", "Signora, lei è una mamma, come ha fatto a non accorgersene?". Impossibile difendersi da sospetti così gravi e infamanti.

In realtà siamo di fronte a gravissime responsabilità di tutta la comunità cosiddetta "civile":
della scuola (insegnanti della classe e dirigente scolastico), della gente di Basiglio (la gente del quartiere), dei servizi sociali comunali (assistenti sociali, psicologi e operatori), del tribunale dei minori (giudice di turno), della politica (assessore e sindaco). Tutti hanno fallito.

Responsabilità quantomeno legate all'inefficienza del sistema di rete, di quel sistema fatto di finanziamenti (spesso insufficienti), operatori (spesso assenti o impreparati), procedure operative (poco chiare o non definite), raccordi tra i servizi (spesso assenti), che dovrebbe tutelare i bambini e la famiglia.

Tutti, in questo caso venuto alla luce, si sono rivelati ladri di bambini e correi coperti dalla norma.

Bastava così poco: credere alla bambina ("il disegno non l'ho fatto io") e una perizia calligrafica (poche ore di lavoro). Poche ore per sciogliere il grave dubbio. Ma sono passati due mesi. Due mesi di vuoto, di disorientamento, di colpa, di paura, di angoscia, di impotenza.

Sono 40.000 i bambini e le bambine che vengono sottratti alle famiglie ogni anno. Tanti a ragione, molti altri invece subiscono (chi più chi meno) la stessa sorte dei due fratellini di Basiglio e dei loro genitori. Bambini che, anche solo di fronte al sospetto, vengono allontanati e tenuti mesi nelle comunità per minori. Se il mostro è in famiglia, non vengono allontanati gli orchi, ma i bambini, sono loro che vengono puniti e strappati dal loro ambiente naturale.

Qualcosa non va nella macchina della prevenzione socio-educativa, della giustizia, che invece di tutelare i minori attua, come in questo caso, degli abusi veri e propri. Perchè per me di abuso si tratta. E questa è solo la punta dell'iceberg. Ma pochi ne parlano.

Altre domande: Come mai la bambina autrice del disegno ha agito così? Con quali contenuti sessuali inadatti alla sua età è venuta a contatto per arrivare a tanto? Cosa c'è dietro? TV cattiva maestra? Bullismo? Genitori imprudenti? Violenze subite e non rivelate? Compagnetti troppo precoci? E gli adulti, tutti, dov'erano? Ai tecnici le risposte del caso.

Siamo, ancora una volta,
di fronte a sintomi, effetti, di un progetto sociale ed educativo che si va pian piano sgretolando.

A quando un controllo ed una maggiore attenzione sulle procedure dei tribunali dei minori e nei servizi sociali? Questo è un diritto dei cittadini, un diritto dell'infanzia, un diritto alla giustizia.

Il grado di sviluppo di una civiltà, di una comunità, si vede dal suo grado di considerazione verso i bambini, da quanto li protegge, dalle opportunità e dagli spazi che riserva loro.


"Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio."
Proverbio Africano



Fonti notizia:

foto:
L'uscita del bambino dalla comunità di Segrate (corriere della sera - fotogramma)

Il disegno osè era una trappola


Figli sottratti ai genitori: tutela o abuso?

Fratellini di Basiglio: torna a casa anche il fratello ma la vicenda non è chiusa