"Imputati erano la preside, due maestre, uno psicologo e un assistente sociale. I fatti risalgono al 2008 quando i due bimbi di Basiglio vennero allontanati dai genitori per tre mesi perché nel banco della più piccola venne trovato un disegno a sfondo sessuale poi 'rivendicato' da un'altra minore"
continua la lettura su Adnkronos
Ultimo atto? Assoluzione con formula piena perché "il fatto non sussiste".
Sul piano giuridico il fatto non sussisterà ma ciò che è accaduto a questa famiglia resterà indelebile sulla loro storia di vita.
La storia:
I ladri di bambini
I ladri di bambini II
I ladri di bambini III
I bambini di basiglio
Approfondisci la notizia:
- Bimbi Basiglio tolti ai genitori per errore: tutti assolti. La mamma: che schifo
- Bimbi tolti ingiustamente alla famiglia assoluzione per il preside e le maestre
- Bimbi tolti a famiglia di Basiglio per disegno osè: tutti assolti
Pedagogicamente parlando......
Blog di approfondimento del sito PEDAGOGICA a cura di Carlo Contu
giovedì 21 luglio 2011
martedì 21 giugno 2011
I primi incontri tra il bambino e il libro
Ricevo e pubblico volentieri questo contributo di un'educatrice.
Recenti ricerche scientifiche dimostrano che leggere ad alta voce libri ai bambini fin dalla primissima infanzia contribuisce ad ampliarne l'intelligenza sotto il profilo non solo cognitivo, ma anche emozionale ed affettivo. Spetta in primo luogo ai genitori favorire un piacevole incontro tra bambino e libro, consolidando in lui l'abitudine a leggere, che non è un istinto innato, ma va incoraggiata fin dalla culla.
La scelta del libro giusto da leggere a un bambino (o meglio con il bambino) è un compito impegnativo, poiché presuppone l'analisi del livello delle sue capacità di comprensione e della sua individualità fatta di interessi, paure, emozioni, sentimenti.
I primi libri sono veri e propri giocattoli, ma con una finalità ben precisa: avvicinare il bambino in età prescolare all'oggetto-libro, rispondendo alla sua naturale curiosità e stimolandone i sensi, che sono la sua primaria fonte di conoscenza. Da qui, la notevole importanza dei libri-gioco dal punto di vista ludico-didattico, poiché, stimolando attività plurisensoriali, permettono l'apprendimento della lettura attraverso il gioco e le immagini.
Il bambino, attraverso il disegno, riesce ad esprimersi in modo più libero e spontaneo di quanto riesca a fare attraverso la parola. E', quindi, naturalmente più attratto da un libro ricco d'immagini piuttosto che da uno pieno di parole. Esistono studi che hanno dimostrato che anche un bambino molto piccolo può rafforzare e ampliare le proprie conoscenze osservando rappresentazioni figurative di scene di vita a lui familiari.
Promuovere la lettura significa dare un'opportunità, ma senza obbligare. Il libro di plastica che galleggia nella vasca durante il bagnetto è un esempio d'incontro naturale e ludico tra il bambino e il libro, perché è fondamentale insistere sul concetto di piacere del leggere.
Mariapaola Ramaglia - Educatrice.
mercoledì 27 ottobre 2010
Donne e madri....
Ho ricevuto e pubblico volentieri una riflessione di Mirella Scardaci.
Molto spesso le donne s'interrogano sul loro operato come madri.
Pensano, riflettono, ponderano su tutto quello che riguarda i loro figli ( che continuano a considerare piccoli, anche se adolescenti). Si chiedono per esempio, se hanno agito bene nel dire loro di "no" di fronte all'ennesima richiesta , o se invece avrebbero dovuto riflettere di più, prima di dare una risposta negativa. Si domandano se la strada più giusta, per la costruzione di una buona relazione, sia quella basata sul dialogo, sull'ascolto, sulla capacità di saper accettare anche i loro silenzi. O se l'essere troppo accondiscendenti, accomodanti, tolleranti, non possa essere rischioso, perché potrebbe dare loro l'impressione di avere accanto un amico/a e non un genitore (punto di riferimento).
Nonostante però siano consapevoli d'essere attente, premurose, e partecipi della vita dei figli , nel momento in cui quest'ultimi, dimostrano di avere qualcosa che non va, si sentono subito responsabili, come se fosse colpa loro. Cominciano a mettere in dubbio la loro capacità genitoriale e ad accusare se stesse di non aver saputo ne vedere ne capire. Si sentono delle fallite!
Ma perché una madre dovrebbe sentirsi in colpa? Non è forse naturale che i figli sbaglino e nonostante si faccia di tutto, è quasi impossibile impedire che non si caccino nei guai? Un figlio non è anche responsabile delle proprie azioni? Esiste la madre perfetta ed infallibile? Esistono figli perfetti ed infallibili?
Forse la causa del senso di colpa è da ricercare all'interno della nostra società, dove il culto della prestazione regna sovrano. In un mondo in cui si deve avere successo in tutti i campi, (affettivo, sociale, lavorativo), le donne si devono sforzare d'essere oltre che delle ottime lavoratrici, anche delle madri modello.
Di conseguenza ( secondo questo modo di vedere) esse non possono sbagliare, non possono permettersi di commettere degli errori. La perfezione però, sappiamo bene, non esiste.
Nessun essere umano è infallibile e se la donna ricordasse che non esistono le super eroine e che bisogna accettarsi per quello che si è (con i pregi e i difetti, con le proprie capacità e i propri limiti) le madri probabilmente..... non avrebbero più tanti sensi di colpa.
Mirella Scardaci: pedagogista e formatrice
Fonte vignetta: Conversation with mom
Molto spesso le donne s'interrogano sul loro operato come madri.
Pensano, riflettono, ponderano su tutto quello che riguarda i loro figli ( che continuano a considerare piccoli, anche se adolescenti). Si chiedono per esempio, se hanno agito bene nel dire loro di "no" di fronte all'ennesima richiesta , o se invece avrebbero dovuto riflettere di più, prima di dare una risposta negativa. Si domandano se la strada più giusta, per la costruzione di una buona relazione, sia quella basata sul dialogo, sull'ascolto, sulla capacità di saper accettare anche i loro silenzi. O se l'essere troppo accondiscendenti, accomodanti, tolleranti, non possa essere rischioso, perché potrebbe dare loro l'impressione di avere accanto un amico/a e non un genitore (punto di riferimento).
Nonostante però siano consapevoli d'essere attente, premurose, e partecipi della vita dei figli , nel momento in cui quest'ultimi, dimostrano di avere qualcosa che non va, si sentono subito responsabili, come se fosse colpa loro. Cominciano a mettere in dubbio la loro capacità genitoriale e ad accusare se stesse di non aver saputo ne vedere ne capire. Si sentono delle fallite!
Ma perché una madre dovrebbe sentirsi in colpa? Non è forse naturale che i figli sbaglino e nonostante si faccia di tutto, è quasi impossibile impedire che non si caccino nei guai? Un figlio non è anche responsabile delle proprie azioni? Esiste la madre perfetta ed infallibile? Esistono figli perfetti ed infallibili?
Forse la causa del senso di colpa è da ricercare all'interno della nostra società, dove il culto della prestazione regna sovrano. In un mondo in cui si deve avere successo in tutti i campi, (affettivo, sociale, lavorativo), le donne si devono sforzare d'essere oltre che delle ottime lavoratrici, anche delle madri modello.
Di conseguenza ( secondo questo modo di vedere) esse non possono sbagliare, non possono permettersi di commettere degli errori. La perfezione però, sappiamo bene, non esiste.
Nessun essere umano è infallibile e se la donna ricordasse che non esistono le super eroine e che bisogna accettarsi per quello che si è (con i pregi e i difetti, con le proprie capacità e i propri limiti) le madri probabilmente..... non avrebbero più tanti sensi di colpa.
Mirella Scardaci: pedagogista e formatrice
Fonte vignetta: Conversation with mom
Iscriviti a:
Post (Atom)